sito in difesa dell'aborto di primo trimestre come elemento irrinunciabile e sacrosanto della libertà e della salute piscofisica della persona di sesso femminile, in un periodo in cui, a causa del predominio dell'ideologia cattolica, unita ad istanze di politica demografica di tipo fascista e del ritorno di una concezione mistico-sentimentale dell'embrione e della riproduzione umana, difendere l'aborto è diventato politicamente scorretto e culturalmente sconveniente.

domenica 9 dicembre 2007

OPPORSI AD OGNI FORMA DI STUPRO

C’è una forma di stupro che ancora oggi centinaia di donne, anche nel mondo civile, subiscono con l’approvazione, l’incentivo e la benedizione delle chiese cristiane e nell’indifferenza di quasi tutte le forze politiche e sociali,e qualche volta senza essere neppure in grado di prenderne coscienza: la gestazione ed il parto coattivi. Molti pensano che soltanto un pene possa violare il corpo della donna. In realtà, la violenza compiuta attraverso il feto da coloro che impediscono l’aborto è infinite volte più orrenda, devastante ed indelebile, soprattutto se si considera che la seconda forma di stupro può non di rado essere una conseguenza della prima. Un pene che si sia intromesso abusivamente nella nostra vagina spesso si dimentica e si può, ragionevolmente, dimenticare; impossibile, al contrario, cancellare il trauma di quello stupro inverso chiamato parto, dopo aver dovuto subire, per la prepotenza di sedicenti “difensori della vita”, la presenza-non per qualche ora, ma per ben 280 giorni-di un ospite indesiderato, non nella nostra casa, ma nell’intimo delle nostre viscere. Un ospite destinato a divenire ogni giorno sempre più fastidioso ed ingombrante, a deturpare e marchiare il corpo da lui abusivamente occupato,come solo il più feroce degli stupratori esterni potrebbe. Non ha senso gridare contro la violenza sulle donne, quando poi si permette che il corpo della donna venga violato in nome della procreazione ad oltranza o dell’inviolabilità dei tessuti embrionali. Le donne dovrebbero volere il proprio corpo difeso da ogni forma di stupro, compresa quella perpetrata attraverso il feto.

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