sito in difesa dell'aborto di primo trimestre come elemento irrinunciabile e sacrosanto della libertà e della salute piscofisica della persona di sesso femminile, in un periodo in cui, a causa del predominio dell'ideologia cattolica, unita ad istanze di politica demografica di tipo fascista e del ritorno di una concezione mistico-sentimentale dell'embrione e della riproduzione umana, difendere l'aborto è diventato politicamente scorretto e culturalmente sconveniente.

domenica 13 maggio 2007

CONTRACCEZIONE, STERILIZZAZIONE E INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA COME DIRITTI UMANI In ambiente internazionale si sta affermando in maniera sempre più forte, nonostante l’iniqua opposizione del potere cattolico, che le leggi restrittive in materia di aborto violano i diritti umani, in particolare, in base agli articoli 1, 3, 12, 19 e 27.1 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Dall‘art.1 di questa dichiarazione, tra l’altro, si evince che per persona umana si intende l’essere dotato di ragione e coscienza(sia pure ad uno stadio ancora imperfetto,come nel caso del bambino), dunque secondo quella che è stata definita come la più grande prova storica, che mai sia stata data, del consensus omnium gentium circa un determinato sistema di valori, l’embrione non può essere considerato un uomo. L’art.3 afferma che ogni individuo ha diritto alla vita(e dunque a non morire né in seguito ad una gravidanza patologica, né in seguito ad un aborto clandestino effettuato con mezzi impropri), alla libertà(e dunque a non essere obbligato a prestare il proprio corpo e le proprie sostanze vitali ad una gravidanza indesiderata) e alla sicurezza della sua persona( e senz’altro nella nozione di sicurezza della persona di sesso femminile rientra la possibilità di difendersi dalla procreazione indesiderata attraverso tutti gli strumenti attualmente in possesso della tecnica medica, compresi la sterilizzazione volontaria e l’aborto). L’art.12 afferma che nessuno deve essere oggetto di ingerenze arbitrarie nella sua vita privata e nella sua famiglia e quindi la donna e la coppia devono avere il diritto di decidere liberamente, senza pressioni esterne, se e quanti figli avere e se permettere la nascita di un figlio indesiderato da avviare all’adozione. L’art.19 afferma che ogni individuo non solo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione, ma ha anche diritto a non venir disturbato a causa delle proprie opinioni, quindi i volontari delle lobbies pro life non possono molestare le donne che hanno deciso di abortire per tentare di imporre loro le proprie opinioni sullo statuto ontologico dell’embrione, spesso fondate su una dottrina religiosa. Infine, l’art.27.1 afferma, tra le altre cose, che ogni persona ha il diritto di partecipare al progresso scientifico e ai benefici che ne risultanto, per cui non è giusto che alla persona di sesso femminile venga impedito o limitato l’accesso a tecniche contraccettive e di sterilizzazione e alle tecniche che permettono di interrompere in maniera precoce e sicura una gravidanza indesiderata o odiosa. Se ciò non bastasse, la carta costituzionale italiana riconosce e tutela la persona umana come entità inviolabile(art.2) e certo una gravidanza coattiva, ossia una gestazione che inizia contro la volontà della donna e in cui la donna è costretta a permanere a causa di una legge che le neghi l’accesso alle tecniche con cui potrebbe essere interrotta, è una grave violazione della integrità fisica e della salute anche psichica della persona. Del resto, in base all’art.32 cost. il nostro ordinamento tutela la salute come diritto inviolabile della persona e poiché la salute, secondo la definizione della OMS “ è lo stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non la semplice assenza di malattia”, rientra nella tutela della salute anche garantire la possibilità di preservarsi dalla gestazione indesiderata o di poterla interrompere tempestivamente, eliminando le difficoltà di vario genere che impediscono l’accesso a tutta la gamma di mezzi contraccettivi disponibili, alle tecniche di sterilizzazione volontaria e di interruzione della gravidanza.

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