sito in difesa dell'aborto di primo trimestre come elemento irrinunciabile e sacrosanto della libertà e della salute piscofisica della persona di sesso femminile, in un periodo in cui, a causa del predominio dell'ideologia cattolica, unita ad istanze di politica demografica di tipo fascista e del ritorno di una concezione mistico-sentimentale dell'embrione e della riproduzione umana, difendere l'aborto è diventato politicamente scorretto e culturalmente sconveniente.

venerdì 6 aprile 2007

IL FONDAMENTALISMO CATTOLICO Non è necessario rifarsi ai dottori della Chiesa antica e medievale per comprendere quanto il cattolicesimo sia una religione animata da una ideologia profondamente illiberale e inconciliabile con una società evoluta, fondata sulla piena libertà e autonomia degli individui. E’ sufficiente compulsare il Catechismo della Chiesa cattolica, nella editio minor, aggiornata da J.Ratzinger. Vediamo, in primo luogo come la Chiesa cattolica istiga i fedeli laici(cioè i credenti non appartenenti ad ordini religiosi)al fondamentalismo, nell’ambito delle relazioni politiche e sociali: 188. Qual è la vocazione dei fedeli laici? I fedeli laici hanno come vocazione propria quella di cercare il Regno di Dio, illuminando e ordinando le realtà temporali secondo Dio. Attuano così la chiamata alla sanitità e all’apostolato, rivolta a tutti i battezzati. 191.Come partecipano(i laici)al suo(di Cristo) ufficio regale? Tra le altre cose “impregnando di valore morale le attività temporali dell’uomo e le istituzioni della società”. Ovviamente il valore morale si riferisce al sistema dell’etica cattolica elaborata sulla base delle sacre scritture cristiane e della tradizione dei dottori della Chiesa. Dunque il cristiano ha l’obbligo di cristianizzare le istituzioni civili. Se non è questo un invito al fondamentalismo religioso e una minaccia per il principio di neutralità dello stato rispetto ai contenuti religiosi! Altri paragrafi del Catechismo ci illustrano invece il principio della sottomissione dell’individuo all’autorità e del rispetto delle “giuste” disuguaglianze 413. COME VALUTARE LE DISUGUAGLIANZE TRA GLI UOMINI? Ci sono delle disuguaglianze inique,economiche e sociali(…). Esse sono in aperto contrasto con il Vangelo(…). Ma ci sono anche le differenze tra gli uomini, causate da diversi fattori, che rientrano nel piano di Dio. E’ ovvio che le “differenze tra gli uomini che rientrano nel piano di Dio” sono prima di tutto quelle fondate sul sesso. In questo modo la dottrina della Chiesa dà un implicito fondamento alla teoria funzionale delle differenze di ruolo tra i generi, secondo cui il fatto che la donna si dedichi esclusivamente o prevalentemente alla riproduzione e alla cura di figli e famiglia è cosa giusta perché risponde al bene della società. Il Catechismo, del resto, impone agli individui di accettare la propria identità sessuale, evidentemente con tutto ciò che ne deriva(487). Disconosce quindi il diritto al cambiamento del proprio genere come uno dei diritti fondamentali dell’uomo, attinenti alla sfera della sessualità. 464. Coloro che sono sottomessi alle autorità devono considerare i loro superiori come rappresentanti di Dio(…). Però il cittadino(465) non deve obbedire alle leggi delle autorità civili “quando si oppongono alle esigenze dell’ordine morale” Vediamo però cosa è per la Chiesa cattolica l’ordine morale o legge morale naturale 416. La legge naturale, iscritta dal Creatore nel cuore di ogni uomo, consiste in una partecipazione alla sapienza e alla bontà di Dio ed esprime il senso morale originario che permette all’uomo di discernere, per mezzo della ragione, il bene dal male. Essa è universale e immutabile e pone la base ai diritti e doveri fondamentali della persona, nonché della comunità umana e della stessa legge civile”. Insomma, la legge naturale è costituita da tutti quei principi che una ragione umana può elaborare, mediante procedimenti logici indipendenti,ma comunque prendendo come assiomi, come punto di partenza, le verità rivelate delle sacre scritture della tradizione cristiana e cattolica. Insomma legge naturale è in fin dei conti sinonimo di legge divina. Pertanto, in ultima analisi, la Chiesa impone al cattolico di disobbedire alle leggi degli stati quando esse siano in contrasto con i principi religiosi cristiani che la Chiesa ritiene irrinunciabili, per es. il divieto di aborto e di uso di mezzi contraccettivi artificiali, ma non il divieto di uccidere nel corso di una guerra o di una missione di polizia. Ma è nel campo della moralità sessuale e matrimoniale che ci sono i paragrafi più inquientanti del Catechismo o Sharija cattolica. 342.Il matrimonio è un obbligo per tutti? La domanda è inquietante perché da essa si potrebbe evincere che per qualcuno il matrimonio è un obbligo. E infatti la risposta è “Il matrimonio non è un obbligo per tutti.” Nel senso che non è obbligatorio per coloro che Dio “ha chiamato a seguire il Signore Gesù sulla via della verginità o del celibato per il regno dei cieli, rinunciando al gran bene(sic!)del Matrimonio…”. Dunque, stando al Catechismo o Sharija cattolica il matrimonio è obbligatorio per tutti, eccetto coloro che assumono lo stato sacerdotale o monacale, al servizio della Chiesa. Il matrimonio come obbligo è certamente un potenziale vulnus alla libertà individuale e sessuale. Ancora più inquietante è il paragrafo 494. Qual è il compito delle autorità civili nei confronti della castità? Si afferma in esso che “ Esse(…)devono contribuire a creare un ambiente favorevole alla castità, anche impedendo, con leggi adeguate, la diffusione di talune delle suddette gravi offese alla castità”. Tra le gravi offese alla castità rientrano(tutte sullo stesso piano, senza alcuna graduazione di gravità), oltre lo stupro, la prostituzione, l’adulterio, la masturbazione, la fornicazione, la pornografia e gli atti omosessuali. Dunque, visto che lo stupro e lo sfruttamento della prostituzione sono vietati e puniti in tutti i paesi civili, e considerato che il Catechismo parla di prostituzione come attività diretta e non di sfruttamento della prostituzione altrui, se ne potrebbe ricavare che secondo la Chiesa Cattolica le autorità civili, i governi, hanno il dovere di criminalizzare (o comunque di ostacolare con altri strumenti legali coercitivi o penalizzanti)l’esercizio della prostituzione, la pornografia, l’adulterio, il sesso pre-matrimoniale e i rapporti omosessuali, come avviene oggi nei paesi in cui vige la Sharija islamica e in alcuni stati degli USA e avveniva negli stati cristiani europei di ancien régime. Parimenti inquietante è il §§530 secondo cui l’obbedienza al nono comandamento(Non desiderare la donna d’altri)richiede “ anche una purificazione dell’ambiente sociale, mediante una lotta costante contro la permissività dei costumi, basata su una erronea concezione della libertà umana”. Per quanto riguarda il piano della politica e dei rapporti di produzione, il §§ 512 nonostante condanni esplicitamente il comunismo, il socialismo ateo, il capitalismo individualistico, non spende una parola di condanna per i regimi autoritari di ispirazione fascista, i quali in effetti attuano il regime preferito dalla Chiesa Cattolica è cioè quello del capitalismo autoritario, fondato sull’assoggettamento degli individui alla comunità e al suo preteso bene. Inoltre,sono da notare le limitazioni al diritto di sciopero e alle rivendicazioni dei lavoratori contenute nel §§ 517 “Il ricorso allo sciopero non violento è moralmente legittimo quando appare come lo strumento necessario in vista di un vantaggio proporzionato e tenendo conto del bene comune”. A questo §§ fa degno pendant il §§532 secondo cui il principio “beati i poveri in spirito” richiede “il distacco dalle ricchezze e l’abbandono alla provvidenza di Dio, che ci libera dall’apprensione per il domani”. Certo, perché la vita non è un investimento. Quindi i poveri e gli appartenenti alle classi subalterne fanno bene a non preoccuparsi di migliorare le proprie condizioni economiche e sociali, tanto avranno la rivincita nel Regno dei Cieli. Io non vedo sostanziali differenze tra il cattolicesimo, l’islam e l’ebraismo. La cosa più paradossale è che queste tre religioni così affini si siano sempre osteggiate tra di loro, mentre esse tutte assieme rappresentano un pericolo per l’umanità, perché tutte pretendono di essere le uniche depositarie della verità e della moralità umana. Del resto, sono religioni strettamente imparentate. Il cristianesimo infatti è figlio diretto dell’ebraismo, mentre l’islam è figlio di una commistione di elementi giudaico-cristiani uniti alla morale di una società arcaica e tribale. Certo queste religioni si possono anche seguire e praticare in maniera liberale, interpretando i loro testi in senso modernizzante, e forse così è stato per un certo periodo, nella seconda metà del Novecento, ma è fuori dubbio che la lettera di queste religioni, il loro spirito più autentico è incompatibile con la libertà e l’autonomia degli individui e si presta invece a fondare regimi autoritari e oppressivi. Per questo ritengo che sia impossibile ogni compromesso con chi pretende di presentare una di queste religioni come base del suo programma e della sua azione politica. Forse la partecipazione delle ideologie religiose alla vita pubblica e ai processi decisionali della politica sarà anche compatibile, a livello puramente formale, con la democrazia, ma certo non è compatibile con la tutela della libertà e dell’autonomia degli individui e con un effettivo pluralismo etico e dei costumi.

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