
sito in difesa dell'aborto di primo trimestre come elemento irrinunciabile e sacrosanto della libertà e della salute piscofisica della persona di sesso femminile, in un periodo in cui, a causa del predominio dell'ideologia cattolica, unita ad istanze di politica demografica di tipo fascista e del ritorno di una concezione mistico-sentimentale dell'embrione e della riproduzione umana, difendere l'aborto è diventato politicamente scorretto e culturalmente sconveniente.
Non si può
sostenere che una società o peggio ancora un ordinamento giuridico devono essere
"aperti alla vita", perché la vita non è un prodotto sociale, bensì del singolo
organismo individuale. L'essere o meno aperti, ossia disponibili, alla
trasmissione della vita è una questione di dominio strettamente personale, su
cui lo Stato e la Legge non possono avere alcun potere coercitivo se non a costo
dell'oppressione di una sacrosanta libertà individuale.
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