sito in difesa dell'aborto di primo trimestre come elemento irrinunciabile e sacrosanto della libertà e della salute piscofisica della persona di sesso femminile, in un periodo in cui, a causa del predominio dell'ideologia cattolica, unita ad istanze di politica demografica di tipo fascista e del ritorno di una concezione mistico-sentimentale dell'embrione e della riproduzione umana, difendere l'aborto è diventato politicamente scorretto e culturalmente sconveniente.

giovedì 12 giugno 2008

Cosa è oggi l'aborto nella concezione dei movimenti pro-vita. Ormai, con il termine aborto o abortivo, non si indica più soltanto ciò che attiene alla sfera dell'interruzione di gravidanza instaurata. La gravidanza, per definizione accolta anche dall'OMS,si instaura nel momento in cui si perfeziona l'impianto dell'uovo fecondato (allo stadio di blastula)nella parete uterina. Tuttavia, questa definizione di gravidanza non è condivisa dagli esponenti dell'ideologia pro vita, che, in ogni caso, ritengono sufficiente, per parlare di aborto, la distruzione della cellula uovo fecondata anche se ciò avvenga per effetto di naturale deterioramento, come conseguenza dell'impossibilità di impiantarsi causata da uno specifico intervento umano. Per questo motivo, i medici cattolici, fanno rientrare nella nozione di aborto anche una serie di mezzi contraccettivi che prevengono la gravidanza inibendo l'impianto dell'uovo fecondato in utero o che semplicemente sono sospettati di poter avere questa efficacia, anche se a livello marginale: - dispositivo intrauterino(iud o spirale) -pillola del giorno dopo (Norlevo, Levonelle) -pillola a base di solo progestinico (Cerazette) -combinazioni estro-progestiniche a bassissimo dosaggio di etinilestradiolo(15mcg) -la pillola contraccettiva a base di solo mifepristone(5 mg pro die) che purtroppo stenterà a diffondersi proprio a causa delle riserve etiche dei movimenti pro vita (ma se l'avessero sintetizzata negli anni '40, probabilmente sarebbe subito entrata nel mercato) *ZENIT - I sottaciuti effetti abortivi della contraccezione ormonale
LA CONTRACCEZIONE ABORTIVA Questo si aggiunge all'assoluta opposizione dei pro-vita a qualsiasi forma di interruzione della gravidanza già instaurata, anche se avvenga entro le primissime settimane(4-9), quando l'embrione è solo una massa carnosa o è pochissimo strutturato e, soprattutto, con certezza prossima al 100% è privo di qualsiasi funzionalità nervosa e cerebrale. Anzi, la prospettiva che queste interruzioni di gravidanza precoci possano risultare facilitate, li ha indotti ad una feroce quanto irrazionale guerra contro l'aborto farmaceutico(RU486). Dunque, l'attuale antiabortismo, in nome della difesa della vita umana da prima ancora che esista un organismo umano individuale in grado di funzionare nella sua interezza, si oppone non solo all'interruzione volontaria di gravidanza, ma anche ai mezzi più efficaci che esistano per prevenire l'instaurarsi di una gravidanza. Atteggiamento che produce gravi conseguenze pratiche, dal momento che il dispositivo intrauterino è l'unica alternativa alla pillola estroprogestinica per donne intolleranti verso quest'ultima ma che necessitino di una protezione di elevata efficacia, mentre la pillola del giorno dopo è un complemento indispensabile per chi si affidi unicamente al condom. Per quanto riguarda le riserve sui contraccettivi estroprogestinici a bassissimo dosaggio, per il momento sembrano restare confinate a livello teorico, ma non si può escludere che in futuro riescano a trovare una applicazione più concreta. Del resto, non è un mistero che l'aspirazione di fondo dei pro-vita (strettamente legati al mondo cattolico ed altri movimenti cristiani) sarebbe quello di porre fuori uso, quanto meno, tutti i mezzi contraccettivi artificiali ad uso femminile.
Nel presupposto, tra l'altro, che la contraccezione non sia un mezzo davvero efficace nella prevenzione del ricorso alla Ivg in senso stretto. L'aborto è omicidio? L'aborto è senz'altro un atto "occisivo" che va ad incidere su materia vivente umana, ma non è più occisivo dello spermicidio o dell'asportazione della parte terminale dell'intestino cieco. L'omicidio presuppone l'esistenza di qualcosa che si possa biologicamente e socialmente definire uomo, cioè quanto meno un organismo interamente formato che abbia raggiunto uno sviluppo tale da possedere funzioni vitali proprie e sensibilità. Poiché l'embrione non è un uomo, ma è soltanto un primordio di organismo umano ancora privo di qualsiasi funzione vitale propria, il fatto che determina la cessazione della sua vita non è omicidio. Può l'embriocidio essere considerato talmente offensivo per la collettività umana da richiedere interventi proibitivi e repressivi da parte delle legislazioni statali? Assolutamente no. L'eliminazione di un embrione è un atto che riguarda esclusivamente la sfera privata della persona del cui corpo quell'embrione rappresenta il prodotto. L'embrione, entità materiale,priva di qualsiasi forma di soggettività, anche meramente animale, NON può essere considerato come ALTRO rispetto alla donna nel cui corpo e del cui corpo si è formato. L'embrione non è una entità vivente che sussista autonomamente nel mondo esterno, come ad esempio una specie animale o vegetale che si intenda proteggere per ragioni ideali, per questo il potere dello stato non può intervenire a sua tutela, in quanto tale intervento si risolverebbe in una gravissima violazione dell'integrità fisica e psicologica della donna nonché della sua libertà morale in ordine alle scelte riproduttive. L'aborto,inoltre, non può essere limitato o proibito per ragioni demografiche, perché non è giusto che lo stato faccia ricadere sulle donne che sono incorse in una gravidanza assolutamente intollerabile per errore, violenza o fatalità il peso delle sue (tra l'altro ingiustificate) attese di crescita demografica, in un contesto dove la limitazione delle nascite viene effettuata prevalentemente con mezzi non abortivi. Per coerenza, allora, si dovrebbe vietare anche qualsiasi forma di contraccezione e la stessa astinenza dai rapporti eterosessuali. Definizione di aborto in una prospettiva materialistica. L'aborto è l'interruzione dei processi biochimici che proseguendo avrebbero trasformato il prodotto del concepimento(cioè il materiale inanimato risultante dall'incontro dei due gameti) in un nuovo organismo umano.

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